Sul Blog ho pubblicato alcuni articoli correlati al problema dell’obsolescenza programmata che, come spiegava tempo fa Altroconsumo, consiste nel costruire prodotti sempre meno resistenti, difficili da riparare o senza pezzi di ricambio, in modo da spingere il consumatore a cambiarli con più frequenza.
Leggevo nei giorni scorsi un’intervista a Stefan Schridde, un esperto tedesco che ha lanciato la campagna d’informazione Murks? Nein danke, traducibile in “Fregatura? No grazie”.
E’ evidente che l’essere costretti a sostituire apparecchi ed elettrodomestici che in teoria sarebbero riparabili, ha una forte ricaduta sulle nostre tasche, ed infatti Schridde quantifica il danno ai consumatori, nella sola Germania, a 100 miliardi di €.
Vedi qualche esempio tratto da Altroconsumo di Ottobre 2014
In seconda battuta, abbiamo poi l’impatto ambientale, che si manifesta sotto diverse forme; dall’emissione di inquinanti e spreco di energia e materie prime durante la produzione, sino alla massa di riufiuti Raee generati che, lo sappiamo, spesso non sono smaltiti corrrettamente.
In -100 Chili, era emerso il punto di vista di quel senatore convinto che la diminuzione dei rifiuti passi per forza di cose attraverso una riduzione dei consumi (che neanche sarebbe male per un pianeta ipersfruttato).
Nel dvd questa tesi suicida è ampiamente smontata, mostrando tra l’altro come la raccolta differenziata prima ed il riciclo dopo, siano anche fonte di lavoro e di reddito ed infatti anche Schridde spiega che:
… ormai ci siamo abituati a essere chiamati la società dell’usa e getta, come se fosse normale.
Quello a cui dovremmo mirare, invece, è il modello dell’economia circolare, ovvero la sperimentazione di oggetti progettati per essere riciclati in ogni loro parte.
Non è vero che se le cose durano troppo a lungo non si fanno più acquisti. Anzi, se i beni sono durevoli avremo più soldi da spendere. L’economia non si ferma.
La sostenibilità, passa anche da qui…
